Incontri coi popoli

Incontri coi popoli
Incontri coi popoli

Russia 2008

10.543 Km in 24 giorni, 150 ore di guida fra 5 Stati, 4 capitali e 4 fusi orari
(clicca sulla cartina per ingrandire)


Siberia in foto   (clicca qui) 


Siberia in foto 2    (foto di Luska e Toni, clicca qui)


Premessa:

Ci piace viaggiare, ma viaggiare in maniera autonoma, con la nostra macchina. Sempre noi tre, inseparabili. Un team affidabile ormai collaudato negli anni. Andare e fermarci quando e dove ci va, uscire dalla strada principale di tanto in tanto e perderci in quelle secondarie, scoprire i piccoli paesi o borghi dimenticati dal tempo. Le nostre vacanze sono questo, vedere una realtà diversa che ci avvolge costantemente e scoprire cose che la gran massa di persone disattenta e veloce nei loro spostamenti non nota più da tempo. Tutto ha avuto inizio nei primi giorni del gennaio 2007, eravamo seduti io e mia moglie sul divano di casa. Essendo appassionato di viaggi, e di macchine, cerco e leggo molto libri dove si parla di avventure, di viaggi, di raid intercontinentali.... Ammiro uomini che hanno fatto la "storia" di un certo tipo di viaggiare. Seguo programmi televisivi dove uomini e camion vagano in zone affascinanti della terra e sogno questi posti che forse un giorno attraverserò anch'io... E su quel divano, un pomeriggio di gennaio, nasce questa idea, un po' strampalata forse, ma piena di speranza e voglia di realizzarla. Parlando del più e del meno, ad un certo punto ho chiesto a mia moglie se le andava di fare un lungo viaggio. Un viaggio strano per noi, mai fatto e mai pensato prima. Un viaggio fatto interamente da noi due e costruito proprio su misura. Come tutti i nostri viaggi del resto, ma questa volta avremmo superato noi stessi. Forse l'età, forse la nostra esperienza maturata sulle strade in tanti anni di vacanze, ci hanno permesso di realizzare questo sogno. Quindi, studiato a tavolino, un lavoro meticoloso, preciso, tappa per tappa, giorno per giorno, un viaggio che ci avrebbe portato ad una meta importante, una di quelle che non le scordi più. La mia idea era di andare da casa nostra fino alle cime dei Monti Urali, a cavallo fra Europa e Asia. E perchè no, scendere anche dal versante orientale e mettere per la prima volta i piedi nella Siberia. Nome che suscita subito fantasie meravigliose a chi è amante dei viaggi. Un progetto che fin da subito mi ha gasato la mente ed ora cercavo di coinvolgere mia moglie, la mia navigatrice di mille avventure in solitaria. Lei, alla prima occhiata sembrò darmi del matto, ma piano piano, spiegandole con calma e in che modo fare, che paesi oltrepassare, i paesaggi che avremmo potuto incontrare, le tappe, le città da visitare.. e l'innata curiosità lentamente, ma inesorabilmente, iniziò a farsi strada nella sua testa. Intanto io mi do' da fare, cerco libri, racconti, articoli, notizie in internet, tutte informazioni che mi serviranno per questo progetto, e apro un file sul mio pc, dove riverso righe e righe di appunti. E inizio per la prima volta a leggere nomi di persone che potranno aiutarmi in questo e i loro indirizzi per contattarli. Non perdo tempo. Inserisco anche una bozza della mia idea in un forum dove trattano viaggi. Non tardano ad arrivare i messaggi, tutti vogliono sapere qualcosa, alcuni mi danno dei consigli, altri me lo sconsigliano calorosamente, altri invece che c'erano già mi raccontano come affrontare un viaggio del genere, lungo e per certi versi anche pericoloso. Pericoloso? Come pericoloso? Mi parlano delle difficoltà di comprendere la loro lingua, dei modi bruschi e poco ortodossi della polizia avida anche di denaro, mi mettono in guardia sulle possibili rotture accidentali del mezzo che un viaggio simile può portare, sulle pessime condizioni delle strade, della scarsità di carburante di ottima qualità, dei banditi... In effetti un po' mi spaventano queste notizie, in fin dei conti, ci andiamo lassù solo per trascorrere le ferie mica per rimetterci la pelle! I mesi nel frattempo trascorrono lenti, ed io, però, non mi sento ancora pronto per questa pazzia. Ma mi sento anche di non voler rinunciare. Il lavoro sta proseguendo molto bene, ho incontrato persone che già c'erano e che mi hanno iniettato la fiducia necessaria, ho buttato giù un piccolo prontuario di viaggio, che inizialmente aveva pochissime pagine, ma dove era appuntato tutto quanto poteva servirci come promemoria. Inizia l'estate, e la voglia di partire è immensa, c'è ancora tanto lavoro da fare, ma ormai siamo decisi, fra un anno si parte. I soldi per la partenza piano piano iniziano ad aumentare, faccio controllare la macchina un pezzo alla volta, inizio a montare il verricello elettrico anteriore, piccole modifiche per creare più spazio possibile all'interno della stessa. I bagagli e le cose da portare saranno tante. Ma i partecipanti non arrivano, ed io non me la sento di andare lassù da soli . Non ancora, non come primo viaggio. E' una meta troppo lunga per farla in solitaria, (almeno per noi), troppi imprevisti e il tempo che abbiamo a nostra disposizione non è molto. Spesso sono combattuto tra pensieri opposti, andare o rinunciare a tutto? Sarebbe un peccato mollare ora dopo tanto lavoro alle spalle. Aspetterò ancora e vedremo gli sviluppi. Alla fine del 2007 sono veramente a buon punto coi lavori, la decisione è ormai presa, si va. Ma finora siamo sempre soli. Appena verso marzo vengo contattato dal forum in internet e mi dicono che forse hanno trovato due persone per noi. Ci incontriamo, e decidiamo di iniziare questa follia. I mesi successivi servono solamente per rifinire il tutto, i documenti necessari al viaggio hanno dei tempi un po' lunghi, ma ormai è tutto sotto controllo.

Alle 08,45 di ferragosto 2008 inizia il 1° Siberia Project Transcontinent Expedition.



Il Viaggio

Siamo rientrati dalla Siberia. Ci siamo andati in macchina. Oltre 10.500 chilometri tra steppa e taiga. In lingua tatara, "Sibir" significa "terra addormentata". E quando ci arrivi, nessun monumento naturale, nessuna grande montagna o poderosa cascata ti sorprende, a prima vista niente da toglierti il fiato. La Siberia occidentale è così, un susseguirsi di laghetti, torrenti sonnacchiosi, abeti e betulle a perdita d'occhio. E qui sta il suo fascino. Sta a noi saper cogliere quei segnali che ci fanno capire di essere davvero in un luogo non scontato. I piccoli paesi attraversati, ognuno contraddistinto da un simbolo che campeggia sul cartello assieme al nome della cittadina. Chi ha per simbolo un cigno selvatico, chi un alce, chi uno zibellino e chi addirittura un bisonte. Poi li vedi, i cigni selvatici, specie che vive soltanto a queste latitudini. E sai che in lontananza, dietro a qualche betulla, un'alce ti sta osservando, magari sprofondata in un acquitrino. Il silenzio, puro e inusuale, rotto soltanto dagli strilli acuti dei nibbi o dei falchi pescatori. Appena ti allontani dalla strada, consumata dalle centinaia di TIR che come navi attraversano uno Stato immenso come un oceano, ti ritrovi nella tranquillità e nell'aria pura, dove il tempo sembra, appunto, essersi addormentato. Qui tutto scorre calmo e tranquillo come i numerosi torrenti che serpeggiano sinuosi in un territorio che quasi non conosce pendenze. Oltre 10.500 chilometri senza mai incontrare una galleria, e questo la dice lunga sulla morfologia del territorio. Se devi arrivare in un punto, quasi riesci a vederlo in estrema lontananza, niente ti chiude la vista, qui è tutto "open space". Il tempo qui si dilata, non c'è fretta di arrivare, ci arrivi comunque. Percorri le strade diritte, senza curve, ai lati muri di tronchi bianchi delle betulle e scuri degli abeti, in un susseguirsi di chiaro-scuro-chiaro-scuro da stordire, e poi solamente betulle, e tutto diventa bianco come la neve, in contrasto col fogliame verde chiaro. La vita scorre, lenta, in attesa di quell'inverno che è diventato sinonimo di gelo intenso e perenne. L'inverno siberiano fa storia a sè. Un giorno lo vivremo, e vi racconteremo com'è!


                                                       






2 commenti:

Barbara ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
max ha detto...

E’ stato il nostro primo viaggio verso est di una certa importanza. E ovviamente non ci siamo accontentati di uno stato limitrofo al nostro, una cosa semplice qui a due passi da noi. Volevamo già qualcosa di grande, di “epico”.
E’ stato voluto, studiato, sviluppato e poi finalmente realizzato. Sono trascorsi già undici anni e non sembra. Questo lungo viaggio, il primo della serie, ci ha fatto innamorare di questa terra e dei suoi abitanti. Grazie a questa prima (potremmo anche chiamarla puntata, in seguito ne seguiranno altre due). Ogni volta luoghi, latitudini e temperature diverse per vedere sempre in così poco tempo, il maggior numero di cose possibili. E’ maledettamente lontana da noi, ed è talmente grande che solo con una cartina che la copra completamente, riesci a comprendere quanto poco sei penetrato al suo interno. Un detto dice che non c’è due senza tre, e noi, le tre volte per visitarla, le abbiamo già usate. Questo detto, sicuramente non si riferiva ai viaggi, anche perché, noi già da qualche tempo, siamo pronti per un’altra incredibile storia da raccontare della “nostra” Matuška Rossija.